Due foto a confronto, senza voler infierire su altro… a volte basta poco.. solo attenzione rispetto, cultura dei luoghi… educazione al bello… e qui forse pretendiamo troppo.
Si sale per le scalinate della villa, e si è subito nel centro storico.
Quest’edificio, quella facciata, questo slargo, con finestre senz’anima, l’alluminio anodizzato che ha sostituito legno e ferro battuto, e poi che c’entrano con il centro storico quel colore usato per rifar una facciate improbabile, l’uso di materiali che mal si conciliano con le pietre antiche.
Ci passo spesso per quel centro storico bellissimo, e ogni volta mi chiedo: perché è successa questa cosa?
Per qualche metro quadrato in più si invadono i camminamenti sulle mura?
Per incuria si lasciano ciabatte e immondizia lungo la via pubblica?
Si parcheggia a ridosso di scalinate e slarghi, si utilizza una strada per deposito?
Certo spesso gli stessi spazzini tralasciano di passar, di raccatar carte, anzi a volte non passano affatto.
Ma chi sanziona, chi non l’ha mai fatto, chi rimprovera coloro che sfregiano il volto più bello della città? Chi controlla?
“Un quartiere impossibili da non amare”, massacrato, offeso, insultato quotidianamente, senza rispetto per chi vi abita, ma anche offeso da chi ci sta e che trova corretto anche imbullonare una parabolica sulle vecchie mura.
Edifici ristrutturati senza grazia, pugni negli occhi. Che si scontrano con chi invece ci abita con dignità ma che si vede preclusi diritti da chi crede di aver dalla sua la legge.
Pagine che deturpano la vita e la storia di Brolo, della sua città storica, tramutandola in squallida periferia.
Sono gli esempi macroscopici di una devastazione, quella degli ultimi 40 anni, che perdura, magari modificando le metodologie.
Non ci si faccia ingannare dagli alberelli ipocriti, da pulizie necessarie e urgenti fatte per il passaggio di una Madonna, di un tour di giornalisti, e dalle aiuole realizzate per sistemare la coscienza in occasione di qualche weekend musicale. Non è nè un punto di arrivo nè un punto di partenza.
E’ un’emergenza.
Punto
Percorrendo le viuzze si notano le arroganze quotidiane, coperte da tecnici compiacenti, i colori bastardi che insidiano, senza che neanche la Soprintendenza intervenga un centro storico che irradiandosi su più livelli rimane suggestivo e austero.
Autentica incultura.
E le lentezze del tutto – dalla burocrazia alla politica – che stanno portando anche a veder il crollo, come una frustata. dello skyline del paese.
Questo sotto gli occhi di tutti. Silenti.
Un pugno allo stomaco come tutto ciò che sta attorno.
Possibile che nessuno si renda conto che questi luoghi che dovrebbero essere attrattori, attrattivi, calamite per turisti tutto l’anno, per un nuovo sbocco del commercio, per iniziative imprenditoriali, per strutture abitative che diventino anche accoglienza, invitano alla sporcizia, al disordine, all’arbitrio?
Non voglio polemizzare con nessuno.
Non è nè il tempo nè se ne ha più la voglia.
Non voglio neanche guardar la gestione approssimativa – dolcissimo eufemismo per non dir altro – che privati fanno del maniero…
Contesto chi ha costruito questo status quo, chi l’ha permesso, negli anni.
Non escludo nessuno e comprendo che oggi forse non si hanno disponibilità economiche per interventi importanti… ma a volte si può avviare una rivoluzione culturale, perchè da qui si parte, dal quotidiano.
Ma vorrei che una stagione finisse.
Il centro storico non mi sento di dire che sia un malato terminale, è stato rovinato da interventi infelici, ma ha margini di recupero… basta ragionarci seriamente.
In maniera collettiva, professionale, senza guardare il proprio orticello, dove ognuno faccia la sua parte.
Abbiamo assistito a parate, dibattiti, iniziative politiche e confronti, visto nascer regolamenti, divenuti inutili accozzaglie di articoli e commi, ma mai maturare una coscienza del fare….
Vogliamo davvero continuare così?
Ed intanto grazie a photoshop leviamo brutture, immaginiamo passaggi e viuzze, costruiamo scalinate, riduciamo le invasioni del cemento dagli spazi pubblici, tentiamo di arginare altre invasioni quelle barbariche e contiamo le case chiuse, quelle diroccate, i cartelli vendesi… i silenzi di strade senza gente, anche oggi che è un sabato che precede l’estate… mentre il buon odore del sugo di donna Nunziatina, proprio sotto l’arco ad un passo dalla “scarpa” fortificata ci fa sorridere… C’è vita… C’è speranza.
Ovviamente articolo valido per ogni paese, e sono tanti, che hanno perso la loro identità urbana\culturale, i loro borghi, montani o marinari, la loro storia tracciata sui muri… il loro volersi bene.
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