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A ‘NCHIAPPA –“Parenti serpenti, fratelli coltelli…” Strana storia della Pro Loco Brolese…

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Una lettera aperta racconta, ovviamente vista dalla parte di alcuni Soci Fondatori – Leonardo La Rosa, Dario Ricciardello e Cristina Zingales – ed di Ex Soci fondatori – Domenico Di Luca Lutupitto,  Giuseppa Incognito e Paola Lenzo –  l’ultimo atto della vicenda della giovane Associazione Turistica Pro Loco Brolese. Tra quello che sembra un divorzio annunciato ma anche un atto di accusa dirompente emergono i retroscena già chiacchierati, a molti già noti, che hanno portato alla ri-fondazione del nuovo direttivo ora definito una composizione familiare fatto di strette parentele e fidanzati. Ma l’accusa più grave è quella di non  aver coinvolto la cittadinanza. Un documento quello prodotto oggi che non lascia immune l’amministrazione comunale, chiamata indirettamente in causa, che rompe amicizie consolidate, gruppi di coetanei, che rischia di diventare una mina pronta a deflagrare in maniera violenta. Le riflessioni di Irene Ricciardello sindaco di Brolo.

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Ovviamente ci si può sbizzarrire, dal più classico “c’eravamo tanto amati” al saccheggio di terminologie dialettali e proverbi come “‘nchiappa” usata per titolo che nel dialetto catanese sta per goffa, disordinata, imbranata.

Di certo “in quel parenti coltelli…” c’è la sintesi di quel livore che ognuno serberà nei confronti dell’altro quando vengono deluse aspettative, tradite fiducie, disattesi gli impegni.

Che diventa – l’amicizia o la parentela- un’aggravante morale.

Ma ovviamente bisognerà aspettare la replica – necessaria e attesa –  di chi è chiamato a rispondete di atti e fatti, da protagonista, o tirato per la giacchetta quale spettatore-testimone consapevole di quanto stava accadendo, senza comunque aver nè voce in capitolo nè titolo, almeno sotto il profilo prettamente procedurale e statutario.

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Prese di posizioni, chiarezza dei ruoli, garanzia su quello che si vuol fare della Pro Loco (presieduta da Cristiano Vitanza), oggi sono indispensabili e necessarie ma sopratutto la certezza che quest’associazione, che per sua stessa natura deve essere trasversale, plebiscitaria, aperta e che raccolga la “base” del paese, sia riconosciuta come tale e sopratutto mantenga la rappresentatività che merita. E sopratutto come in ogni gioco che si rispetti abbia regole chiare, e mai cambiabili durante il gioco da parte di chi ha l’asso in mano.

Ma andando alla nota diramata quest’oggi.

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Qui i  Soci Fondatori dell’Associazione, costituita a Marzo 2015, – oggi in rotta di collisione con il nuovo direttivo – sentono il dovere di portare all’attenzione di quella stessa opinione pubblica a cui avevano entusiasticamente partecipato la fondazione, che “In poco più di un anno di vita, quella che doveva essere una Associazione Pubblica di diritto privato (com’è nello spirito delle Pro Loco) a sostegno delle attività di promozione e sviluppo del territorio Brolese, che lavorasse in armonia e d’intesa con l’Amministrazione di turno e con tutte le componenti sociali del paese, ampiamente partecipata ed aperta a chiunque volesse dare un contributo, alla riprova dei fatti ed a dispetto dei pubblici e privati proclami, ha finito per compromettere il suo scopo”.

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Premessa che prepara ad una serie di uppercut violenti e diretti.

Infatti si legge che “In pochi mesi la neo nata Associazione, in preda ad una gestione confusionaria e non improntata alla trasparenza, si è ritrovata divisa in fazioni, con un “gruppo” determinato a prendere il controllo e mantenerlo ad ogni costo, iscrivendo 6 nuovi soci a “chiamata diretta” ed in maniera, a nostro parere, irregolare, soggetti circoscritti ad un preciso ambito familiare e politico, quando, invece, nuove iscrizioni avrebbero dovuto essere opportunamente pubblicizzate per coinvolgere tutta la cittadinanza“.

Quindi l’analisi dei numeri: “in poco più di un anno ben 6 Soci Fondatori sui 12 iniziali” si sono dimessi.

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Conseguenza – dicono i firmatari del documento della “contrapposizione ed il clima conflittuale” avvertito in seno all’associazione che ha portato – visto il clima e i rapporti con le istituzioni – alla “rinuncia” ad uno stanziamento di circa € 13.000 per “incapacità d’impiego”.

Leonardo, Dario, Cristina, Domenico, Giuseppa e Paola rammentano fatti e luoghi e definiscono come “l’ennesima pantomima finalizzata, verosimilmente, ad escludere l’unico componente “non allineato” rimasto in carica nel Direttivo” quanto accaduto nella passata estate, segnando ironicamente come “oberanti impegni di lavoro” i motivi delle dimissioni che poi la “maggioranza”, ha presentato, facendo di fatto  decadere l’intero Consiglio.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il seguito:

“All’esito dell’assemblea di sabato 17/09 il risultato è stato che – di male in peggio – nel Direttivo, “ridotto” da 7 a 5 componenti, sono stati rieletti 3 “uscenti” (il presidente e 2 ex “oberati” dei quali uno è zio di un giovane esponente politico locale) più la fidanzata di uno di loro ed un altro zio, questa volta del presidente uscente. Ma si sa, i valori familiari vanno coltivati e mai dispersi.”

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Una verità unilaterale, ovviamente, e ci piacerebbe leggere l’altra versione, dove nel dire dei firmatari fa capolino anche l’amministrazione comunale:

“Di tutto l’andazzo era, debitamente, stato portato a conoscenza il Sindaco di Brolo affinché patrocinasse, prima del rinnovo delle cariche sociali del 17/09/2016, l’ampliamento della base associativa e promuovesse un ritorno all’originario spirito fondativo”.

E quindi le conclusioni: “A questo punto, non sappiamo quali saranno le risoluzioni del Sindaco e dell’Amministrazione ma, per quel che ci concerne, per rispetto e riguardo della Cittadinanza Brolese e dell’opinione pubblica tutta, è nostra determinazione di porre in essere tutto quanto è in nostro diritto e potere affinché la PRO LOCO BROLO ritorni a svolgere gli scopi sociali, per i quali è stata fondata con il nostro apporto sostanziale, oppure abbandoni la pretesa di figurare quale “PRO LOCO”.

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Nessuna responsabilità in carico al sindaco, dice appena letta la nota il sindaco Irene Ricciardello, conoscere i fatti è una cosa poterli modificare è tutt’altra cosa – e aggiunge – fatto raro forse unico nello statuto di questa Pro Loco non c’è un ruolo per l’amministrazione, in questo momento è un’associazione alla pari di altre. Istituzionalmente l’amministrazione non ha ruolo nè può intervenire, ma può solo osservare, trarne le conseguenze, valutarne i comportamenti”.

“E’ ovvio – aggiunge la Ricciardello – che la base popolare e la rappresentatività di un’associazione come la pro loco sono la base prioritaria, ma questo è un mio giudizio.

Io credo che quell’associazione fatta di amici, di un gruppo di persone stimabili, idonee e capaci a svolger quel ruolo proprio di un ente turistico-promozionale debbano, anche facendo passi indietro, bagni di umiltà, analisi dei comportamenti, trovare il bandolo della matassa, un punto di dialogo e di confronto per ricostruire rapporti, e andare avanti tessendo progetti e dinamiche per lo sviluppo del paese”.

E concludeAbbiamo visto spesso naufragare progetti di sviluppo locale per miopie e poca lungimiranza. Brolo ha bisogno di pace sociale, di confronto di giovani che si incontrano e si confrontano, di guardare avanti al futuro, non possiamo perdere un’occasione come questa, e comunque l’amministrazione non si lascia coinvolgere in giochetti o beghe di piccolo cabotaggio, può essere – se chiamata a questo ruolo dalle parti – essere super partes, aiutare al dialogo, assicurare che le regole vengano rispettate, condurre verso confronti sereni quanto necessari.

In questo caso, io ci sono e ci sarò“.

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Ed alla fine che dire, in attesa di un altro capitolo… ognuno è importante ma nessuno è indispensabile.

 

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