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LEGAMBIENTE NEBRODI – Enzo Bontenpo replica, sul porto, alle affermazioni del sindaco di Santo Stefano C.

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In relazione al comunicato del Sindaco di Santo Stefano di Camastra riguardante il Porto di quel Comune, appare necessario precisare quanto segue. Ad affermarlo è il Presidente del Circolo Nebrodi, Enzo Bontempo, che esprime la posizione di Legambiente, associazione ambientalista nazionale articolata in Circoli diffusi sul territorio.

 

 

 

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“Legambiente non rilascia pareri vincolanti, autorizzazioni o nulla osta relativi ad opere pubbliche. – scrive Enzo Bontempo – Pertanto, il presunto silenzio assenso adombrato dal Sindaco è del tutto privo di fondamento logico e giuridico.

Le valutazioni di Legambiente sull’impatto ambientale e sull’utilità del Porto sono basate sull’esperienza concreta finora registrata e verificabile da parte di ogni cittadino; esse prescindono dalla regolarità degli atti e dai pareri espressi dagli organismi della Regione Sicilia.

Basta infatti vedere gli effetti prodotti sulle spiagge sottoflutto dalle strutture portuali finora realizzate, cioè dal porto di Capo d’Orlando e quello di S. Agata di Militello, per avere un’idea precisa del loro impatto e dei danni che queste opere arrecano alle spiagge, ai litorali e alle infrastrutture costiere.

porto-santo-stefano-12343Legambiente rivendica il proprio diritto di esprimere valutazioni politiche sulla gestione del territorio in qualsiasi momento, a prescindere da eventuali procedimenti di gara od altro, stante che tali valutazioni si propongono di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stessi amministratori locali affinché gli interventi che si eseguono sul territorio avvengano nel rispetto della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

E’ il caso di puntualizzare che sul Porto di Santo Stefano di Camastra Legambiente, alla notizia che esso era stato incluso nei piani del Parco dei Nebrodi, aveva già assunto una posizione in senso negativo (comunicato stampa del 14 luglio 2014), esattamente scrivendo: “Nel merito, comunque, la costruzione di un altro porto turistico a Santo Stefano di Camastra appare l’ennesima iniziativa velleitaria di questa Regione per la sua evidente insostenibilità economica e ambientale. Ma su questo avremo modo di confrontarci con i suoi promotori e con l’opinione pubblica… “

“Non vi è alcun pregiudizio – si legge nel comunicato – verso l’amministrazione comunale di Santo Stefano di Camastra con la quale, al pari di ogni altra, Legambiente è disponibile ad un confronto aperto basato sui contenuti dei singoli progetti”.
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La nota di riferimento

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“Le esternazioni dei rappresentanti di Legambiente, apprese solo a mezzo stampa, hanno suscitato stupore nell’amministrazione comunale, nei tecnici e nella comunità. E, anche, in quanti in questo particolare momento concorrono alla positiva definizione di un iter procedurale che per 50 anni ha attraversato richieste delle amministrazioni e aspettative dei cittadini, di un vasto territorio a cavallo tra la parte terminale delle province di Messina, Palermo ed Enna. Stupisce ancor di più la circostanza che le opinioni e le osservazioni prodotte da Legambiente arrivino a gara aperta, posto che la scadenza della presentazione delle offerte è prevista per il prossimo 9 novembre 2016, e ancor di più, che giungano solo via stampa con ben 6 anni di ritardo dalla notifica inviata all’associazione Legambiente, da parte del comune di S.Stefano, per la preventiva acquisizione di un parere di merito previsto dalla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) a cui il progetto è stato sottoposto positivamente.

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Il progetto dell’opera è conforme al Piano Regionale Strategico per la Portualità Tursitica, approvato con D.A. n°69 del 26.5.2006 e l’opera è altresì conforme al Piano Regolatore Generale ed a quello Portuale. A differenza dell’ingiustificato allarme lanciato da Legambiente detto piano prevede la sola possibilità realizzativa, nel tratto di mare compreso tra Tusa e Tindari dei porti di Capo D’Orlando, Sant’Agata Militello e Santo Stefano di Camastra, facenti parte di un unico sistema integrato di portualità.

porto-santo-stefano-123 Il procedimento di concessione delle aree demaniali è stato avviato dal Comune ai sensi del D.P.R. n. 509/1997, e si è positivamente definito con conferenza dei servizi in data 23/05/2013. Nella conferenza dei servizi sono stati acquisti tutti i pareri necessari per la realizzazione delle opere portuali e per quelle a terra, comprese quelle a valenza ambientale. Sono state effettuate tutte le indagini geologiche, geognostiche, sismiche, archeologiche e tutte quelle specifiche per la realizzazione dell’opera. Sicuramente gli autori delle odierne esternazioni sconoscono che nessun rilievo e nessuna osservazione sono state mosse in questi anni da parte di Legambiente. Formavano parte integrante della documentazione a suo tempo inoltrata all’associazione Legambiente, per l’acquisizione del parere, anche lo Studio della “evoluzione della costa” contenuto all’interno del “Rapporto Ambientale” redatto dallo studio Malandrino, anch’esso rimasto indenne ad osservazioni ed emendamenti da parte di Legambiente.

Il “porto della bellezza” è l’unica opera portuale che ha intrinseca nell’insieme dell’idea progetto quella di diventare essa stessa opera d’arte, di rilevante integrazione paesaggistica a servizio delle bellezze artistiche, naturali ed archeologiche del territorio circostante. A tal proposito è stato sottoscritto, nel 2014, un Protocollo d’intesa tra la Fondazione Fiumara d’arte di Antonio Presti, il comune di S.Stefano, l’Ente Parco dei Nebrodi, il Consorzio Intercomunale Valle dell’Halaesa, gli assessorati regionali Attività produttive, Territorio e ambiente, Turismo e infrastrutture. Il porto, unitamente agli altri porti già realizzati di Sant’Agata Militello e Capo d’Orlando, si candida a diventare valvola di sfogo e polo decongestionante del surplus di domanda di posti barca del bacino delle Eolie, stimato dai più autorevoli istituti nazionali di analisi economico-finanziaria, in 5 mila unità.

porto-santo-stedfano-345Domanda alla quale non riesce a dare risposta l’asfittica capacità di ricettività portuale delle Eolie. Conforta sapere che rispetto alla realizzazione dell’opera ci sono importanti gruppi italiani e stranieri pronti a fare sul territorio significativi investimenti privati nella direzione di creare, in un’area che ne è completamento sprovvista e di grandi potenzialità attrattive, infrastrutture turistico-ricettive la cui costruzione non può che essere foriera di lavoro, occupazione valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico,culturale ed archeologico”.

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