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MESSINA – “Giovanni Renzo Trio”: un ritorno tra passioni e ricordi

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di Corrado Speziale

Storico nome e giovani promesse. Il pianista messinese ha fatto rinascere il trio che lo vide protagonista per tanti anni assieme a Pippo Mafali e Angelo Tripodo. Al loro posto, adesso, al basso e alla batteria, due talenti del jazz messinese: Antonino Magazzù e Francesco Ghirlanda. Alla Casa del Con, sabato sera, Giovanna La Maestra ha organizzato un incontro musicale nel ricordo dei due compianti artisti. Il concerto è stato articolato su standard di primissimo livello in un percorso nutrito e variegato.  Riproposti in modo straordinario anche due brani di Giovanni Renzo tratti dal repertorio del vecchio trio: “Micromegas” e “Grissini al forno”. La riflessione del pianista sui nuovi componenti del gruppo: “Solo con loro potevo ricostruire questo trio”. 

 

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“Non è semplice, per me, riprendere e proseguire il percorso intrapreso con Pippo Mafali e Angelo Tripodo. Per questo avevo pensato di interrompere definitivamente quell’esperienza. Quel gruppo è stato una parte importante della mia vita e della mia carriera”. Così, Giovanni Renzo, emozionato al ricordo di chi non c’è più a suonare accanto a lui dopo aver condiviso un’esperienza musicale lunga più di trent’anni, ha introdotto il concerto del nuovo trio, sabato sera, alla Casa del Con, accanto ad Antonino Magazzù e Francesco Ghirlanda. Sono stati proprio i due giovani musicisti ad ispirarlo e a “convincerlo” nel voler proseguire il percorso artistico dello storico gruppo. “Conoscendo i due musicisti mi è venuto naturale ritrovarmi a suonare quei brani che da un po’ di tempo avevo accantonato. Solo con loro potevo ricostruire questo trio”. Così Renzo se ne è fatta una ragione. E il motivo è presto spiegato: il batterista Francesco Ghirlanda era tra gli allievi prediletti di Angelo Tripodo, da cui ha appreso la tecnica e l’arte di creare e interpretare il ritmo. Con lui, Antonino Magazzù, che con Tripodo ha composto il Pluriverso Trio. Allora, questa concomitanza di esperienze e collaborazioni, tra ieri e oggi, ha fatto sì che prendesse corpo un progetto che guardasse anche al “domani”: Giovanni Renzo Trio rinasce dalla storia e riprende la corsa tra ricordi e passioni. Giovanna La Maestra, “anima” de La Casa del Con, compagna di Angelo Tripodo nell’arte e nella vita, con il quale nel 1991 ha creato il Laboratorio Suono & Ritmo, ha voluto organizzare la serata anche nel ricordo di Antonella Cocchiara, stimata docente universitaria, protagonista di tante battaglie civili, prematuramente scomparsa il mese scorso.

L’intento, per l’organizzatrice della serata, era anche quello di fare gruppo intorno ai progetti che Il Cantiere dell’InCanto e il Laboratorio Suono & Ritmo intendono portare avanti nel segno della ricerca, dell’ascolto e della condivisione.

g-renzotrio003Il concerto.

Con “Au Privave” di Charlie Parker, brano datato 1951, il trio dà l’avvio alla serata. E sulle note di “bird” si inizia a volare alto: il pezzo è organico ed equilibrato e con inizio a tempo di swing il trio mostra già un notevole interplay tra piano solista, basso e batteria. Sul finire, il ritmo si addenserà e questi ultimi si alterneranno anche su due ottimi cambi in assolo.

A “Moon and Sand”, brano che ha avuto in Chat Baker uno tra i suoi interpreti principali, Giovanni Renzo imprime subito il suo inconfondibile stile sulla tastiera. Sarà un piacevole jazz di gusto, adagiato su un taglio bossanova. Nella parte centrale si farà ben apprezzare Magazzù sul basso solista con un dialogo con Renzo.

Al terzo brano, ritorno allo stile iniziale: “In Love in Vaine”, coinvolgente nel ritmo e nei contenuti. Importante il contributo negli innesti di Ghirlanda alla batteria.

Seguirà “Blue in green”, meraviglioso brano scritto da Bill Evans e “fatto proprio” da Miles Davis che nel 1959, proprio con Evans, assieme a John Coltrane, Cannonbal Adderley, Paul Chambers, Jimmy Cobb, formò un gruppo mitico della storia del jazz che portò all’incisione di Kind of Blue, “pietra miliare” della storia del jazz. Il trio messinese ha reso onore all’impegno di proporre un brano simile: la rivisitazione è articolata e veloce come raramente si sia ascoltata sinora. Ottima base con ritmo di basso e batteria, con Renzo che caratterizza il brano dando profondità e regalando virtuosismi. Bello davvero.

Anche “You don’t know what love is”, standard che nella storia si è avvalso, tra le altre, dell’interpretazione di Sonny Rollins, Billie Holiday e Nina Simone, è stato dal trio notevolmente rivisto: avrà un’impronta briosa, con sfumature funky. Apprezzabile la batteria.

g-renzotrio004Blame it on my youth”, sicuramente segnerà il ricordo della serata. Il luogo che ospitava il trio ci fa ricordare che l’ultimo grande interprete del brano porta il nome di Paolo Fresu che con i suoi Devil Quartet lo reinciso in “Desertico”, nel 2013. Il trombettista sardo, la prima volta che mise piede alla Casa del Con, disse di sentirsi in un “luogo dall’atmosfera coltraineana”. Gliene diamo atto. La splendida ballad, datata 1934, è stata interpretata dal trio di Giovanni Renzo con ispirazione, classe e sentimento.

E siamo al primo brano “autoctono”: “Micromegas”, Giovanni Renzo lo incise per il vecchio trio, segno di una storia che continua ad emozionare. E c’è di più: nel 1989, con il progetto che portava questo nome, Renzo, Mafali e Tripodo si esibirono al Teatro V.E. con Gianluigi Trovesi, Massimo Mazzoni, Giuseppe Giacalone e Orazio Corsaro. Quest’ultimo è un altro bravo artista che Messina, purtroppo, da quest’anno dovrà compiangere.

Il pezzo riproposto dal nuovo trio ha espresso l’energia e la tecnica tipica di una bella fusion.

The meaning of the blues”, articolato intorno al piano di Giovanni Renzo e arricchito da un notevole spunto di basso solista, su ritmi leggeri dall’atmosfera piacevole, è stato il penultimo brano della serata. Epilogo differente, in fondo al pezzo, con spazio alla creatività e all’improvvisazione.

Dopodiché, “Grissini al forno”, altra composizione di Giovanni Renzo, “sigla” di chiusura dei concerti del gruppo storico, è il segno tangibile dell’eredità lasciata al nuovo trio che, tra passioni e ricordi, farà rivivere il grande jazz nelle serate messinesi.

fotogallery del Concerto

 

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