Il libro, appena uscito, è stato presentato nei giorni scorsi a Gliaca di Piraino, dove Ivonne vive.
Lei – sedici anni – studia al Liceo Scientifico\Linguistico di Patti, coltiva la passione per la scrittura, da poco più di un anno, ma lo fa come se scrivesse praticamente da sempre, quella per i viaggi, per le lingue, ama lo spagnolo, per i cani, ne ha due, per la vita.
Dal quarta di copertina del libro.
Sedici anni, occhi verdi, una personalità frizzante, le dita lunghe e flessuose di un’artista. Dita da sempre abituate a sfiorare tempere e colori, pennelli e matite, si riscoprono piacevolmente capaci di sfiorare altre mani, un viso spigoloso e labbra sottili.
Alessandra e Lorenzo si ritrovano, ombre del passato l’uno dell’altra, in un giorno particolarmente triste e freddo.
Al funerale della donna che ha cresciuto entrambi, il loro sguardo si incrocia e le mani strette a pugno si dischiudono leggermente.
Giulia e Francesco, figure portanti della vita di Alessandra, si faranno narratori delle conseguenze derivate da quell’incontro.
Dell’’amore che, a volte, diventa una condanna.
Così Ivonne parla ed affronta un tema tragico, importante, trasversale tra più generazioni, dilagante e senza confini di razze, religioni, politica estrazioni sociali… la droga.
Un linguaggio, semplice, quella dell’autrice, ma non per questo non attento o meno incisivo.
Disegna problematiche, angosce, stati d’animo che portano ad estreme conseguenze, capaci di determinare la fine di rapporti umani, che porta a “rotture” di affetti, a tagli netti, a punti di non ritorno.
L’autrice si rivolge a giovani come lei, ma in quell’affermazione “non solo nero” c’è il messaggio positivo, c’è l’invito a cercar, con un’analisi introspettiva, dentro se stessi risposte e soluzioni perchè – come dice uno dei protagonisti del romanzo – “a volte ci vuole un po’ di colore nella vita, devi saperle dare un tocco di allegria. Non esiste solo il nero!”
Alla “prima” del libro, Ivonne Agostino, emozionatissima, ha avuto al suo fianco Ornella Fanzone, editor e curatrice del volume che ha evidenziato come l’autrice sia stata capace di dipanare una storia organicamente ben strutturata dove lo snodo narrativo ha un andamento sintattico rispettabile, semplice e immediato.
Autentico, poiché linguaggio appartenente allo stile tipico di una adolescente, suscettibile di rappresentare quasi lo slang del ‘gruppo’ e che accomuna, per via della globalizzazione, un adolescente del sud ad uno del nord…
Al tavolo anche Daniele Manganaro, vice questore e dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Sant’Agata di Militello – che si è soffermato sulla “questione droga” argomentando il suo dire, da osservatore privilegiato, anche su tematiche tipicamente legate all’azione investigativa e di prevenzione, soffermandosi sugli aspetti prettamente tossicologici .
Altro relatore è stato Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi che si è complimentato con la giovane autrice, definendo il libro un interessante punto di partenza anche per “nuovi” spunti di dialoghi tra genitori e figli.
L’ incontro che è stato moderato da Nino Amadore, giornalista de Il Sole 24 Ore ha visto anche la partecipazione dell’editore Nino Armenio che ha sottolineato come il libro di Ivonne sia già un piccolo quanto interessante caso editoriale.
A porgere i saluti da parte dell’amministrazione comunale ci ha pensato il sindaco, la dottoressa Gina Maniaci.
Zeppa la platea, ovviamente in prima fila, i genitori di Ivonne, emozionatissimi al pari di lei, e tanti suoi compagni di scuola che alla fine tra gli applausi non le hanno fatto mancare il loro abbraccio e il loro sostegno.
Un libro che ha posto anche l’accento sulle caratteristiche pedagogiche del processo evolutivo dell’adolescenza.
Brava Ivonne.
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