Storia di “feste”, di fuochi d’artificio, di sequestri e di trasporti di “botti”, di denunce rapide a scattare, di sentenze assolutorie, di successive lentezze amministrative e burocratiche che ancora tardano a riconsegnare la licenza per svolgere un’attività fondamentale per l’economia familiare ad un “jocufucaro brolese”.
Lui è Rodolfo Riturante, classe ’76, che nella vita fa un mestiere per alcuni strano, quello di dar vita a ricami di fuoco nella notte, per le feste, sia Sante e Benedette, ma anche per le più ciarliere, mondane e rumorose , quelle dei compleanni e dei matrimoni.
Ma è un mestire antico, che colora la notte e che completa le feste e che in Sicilia, per tradizione, diventa un’arte che resta comunque per la materia delicata che utilizza sottoposto a regole e controlli.
Ora lui ha in mano due sentenze che lo assolvono dai reati ascrittigli, e per i quali è stato processato, ma non ha ancora la licenza che gli permetterebbe di svolgere quel lavoro, il suo, ritirata al momento delle prime contestazioni dei fatti
Due storie.
La prima, conclusasi in appello, riguardava il sequestro di un furgone del Riturante e del materiale esplodente che trasportava.
Fatti accaduti a Brolo nell’agosto del 2012 e che comportarono una prima condanna per il Riturante. Lui andò in appello chiedendo l’assoluzione.
Richiesta recepita favorevolmente, in quanto si dimostrò che possedeva l’abilitazione – con la licenza che deteneva – per quel tipo di trasporto. E quindi un’assoluzione perchè il fatto non sussisteva.
Una sentenza giunta nello scorso gennaio, mentre lo stesso incappava in un altro procedimento connesso – virtualmente – questo.
Infatti durante la Festa di San Biagio, a Militello Rosmarino sempre nell’estate del 2012. il “fuochino” brolese veniva denunciato perchè, per i carabinieri del luogo, che avevano letto il nome della sua ditta, su un manifesto reclamizzante la Festa, dopo che questa si era svolta, ritennero che aveva fabbricato e detenuto in assenza della prescritta autorizzazione materie esplodente, tipico dei fuochi pirotecnici, e di averlo poi fatto esplodere in luogo abitato.
Infatti per loro il Riturante aveva avuto revocata la licenza che lo autorizzava allo sparo, e quindi…
Una vicenda chiarita in fase dibattimentale.
Quando Ridolfo Riturante dimostrò che pur avendo avuto affidato dalla Commissione quel lavoro, lo stesso era stato acceso e “sparato” da un collega di Messina.
Lui era semplicemente un osservatore, c’era chi stava lavorando per lui e del fatto ne era al corrente lo stesso Comitato e tale fu la testimonianza del “collega” scagionate il Riturante.
Da qui l’assoluzione perchè “il fatto non sussiste”.
Ora Rodolfo Riturante… aspetta.
Ringrazia il suo legale, l’avvocato Giovanni Rossi, rinnova la sua fiducia nella Magistratura, ovviamente ironizza, con un pizzico di rabbia, sui fatti, ma ora si chiede come mai ancora tarda la riconsegna di quella licenza che gli permettere di ritornare a lavorare serenamente.
Ora è semplicemente un problema di lentezza della burocrazia, mentre guarda con apprensione all’estate che si intravede all’orizzonte, la stagione tipica degli spari pirotecnici e lui ha una famiglia da campare senza dover lavorare in associazioni d’impresa con altri colleghi.
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