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LA MADAMA FERRARO – Una storia di moda e d’amore per la città di Messina

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La Dolce Vita di Messina e Premio Madama 2017. Custoditi a Mirto nel  Museo del Costume e della Moda Siciliana diretto dall’architetto Giuseppe Miraudo le creazioni di Mimma Ferraro

Fra gli anni ’50 e ’60 quando anche a Messina si viveva l’atmosfera della Dolce Vita nel suo frequentato atelier di via Risorgimento n. 93 creava moda Mimma Ferraro, anzi la Madama Ferraro, come tutti in segno di rispetto e quasi di timore la chiamavano. la-stilista-mimma-ferraroEra una donna di grande personalità Domenica Ingegnosi, in arte Mimma Ferraro rigorosamente con il cognome del marito. Era abile, creativa, furba, intraprendente elegante come la sua moda.
Mimma Ferraro era preferita dalla migliore aristocrazia di Messina, Reggio Calabria e della Sicilia. Le future spose la volevano perché le faceva sentire come le libellule. Era un must del tempo vestire la richiestissima couturier.
La Madama Ferraro nacque a Vittoria il 7 febbraio del 1910, a  10 anni si trasferì a Messina con la famiglia (in parte originaria di Casalvecchio Siculo)  cominciò a lavorare ad appena 13 anni,  a 18 sposò Carmelo Ferraro dal quale ebbe 6 figli. La sua non fu una vita facile, fu piena di gioie ma anche di grandi dolori per via delle malattie e della morte di alcuni figli. La passione per il suo lavoro l’aiutò a superare tanti dispiaceri.lattrice-joan-crawford-e-mimma-ferraro-foto-vizzini1
“I tessuti mi parlano” amava dire e lei era così innamorata della sua arte che faceva mille rinunce pur di andare a Milano in via Montenapoleone a procurarsi i tessuti originali. La sua attività veniva persino prima della casa che comprò “a scompito”.
Per raggiungere Parigi viaggiava tre giorni e tre notti in treno su sedili di legno in terza classe, ma la stanchezza magicamente spariva davanti allo spettacolo dell’ alta moda. Qui acquistava i “patron” e cioè i cartamodelli che poi imparò a far suoi con lo sguardo e soprattutto incontrava Balenciaga, Coco Chanel, Yves Saint Laurent, Christian Dior dai quali Madame Ferraro era considerata una di loro.
Particolare fu il rapporto con Coco Chanel, alla quale l’accomunava l’amore per il lino e l’organza unita ai ricami, fece amicizia con l’allora giovane Saint Laurent che in quegli anni faceva i disegni per Dior .Molto stretta fu anche la collaborazione con lo stesso Dior tanto che  le concedette persino una delle top dell’epoca la celebre Alla che insieme alle note Gigliola, Marta Vacòndio (poi in Marzotto) varcavano lo stretto e rendevano gli affollatissimi defilè di Mimma Ferraro alla Tavernetta ed al Grand Hotel Angelo Musco uno spettacolo di assoluta alta moda. abito-di-mimma-ferraro-conservato-al-museo-1
Mimma Ferraro portava a Messina ed in Sicilia un’immagine della grande moda francese. Lei non si limitava a riprodurre gli abiti, li trasformava e li ricreava sulle sue clienti, nascondeva i difetti delle signore e  le accontentava sempre,  educandole al buon gusto dell’alta moda. Il suo tocco finale, erano i fiocchi di tessuto, il suo segno distintivo  che usava a profusione.
Mimma Ferraro vestì le donne messinesi di un ventennio, ma anche calabresi, siciliane e napoletane. Attraverso le first lady delle  più  importanti famiglie della città  i suoi abiti arrivavano  alla “Prima della Scala di Milano”; star come Joan Crawford e Gina Lollobrigida durante la rassegna del Cinema di Messina e Taormina volevano essere seguite da lei.
Fra le sue tante clienti anche la signora Versace di Reggio Calabria, madre del piccolo Gianni (poi divenuto il grande stilista) che portava con sé in atelier a Messina. gazzetta-del-sud-6-maggio-1953
“Era ancora un bimbo quando insieme alla mamma veniva in sartoria da mia madre” Ricorda Mariantonella Ferraro, figlia di Mimma Ferraro. “Era vivace e per farlo stare buono giocavamo, disegnavamo insieme e già si vedeva che aveva una bellissima mano, un vero talento. Nei salotti verde e rosso di mia madre Gianni cominciò ad innamorarsi della moda.”
Mimma Ferraro scomparve il 15 novembre del 1982. Oggi della “Madama” restano i ricordi, una selezione di 30 anni di moda da 50 fino al 70 custodita a Mirto (ME)  nel  Museo del Costume e della Moda Siciliana diretto dall’architetto Giuseppe Miraudo ed un  atto d’amore. Pur godendo di tanto successo lei non volle mai lasciare Messina. “La nostra città” diceva “Doveva conoscere l’arte della moda e  io non me ne voglio andare”.
Per celebrare il suo prestigio ed i sentimenti di appartenenza alla città di Messina è nato  il Premio Madama.

Patrizia Casale

Si ringraziano per la consulenza Maria Antonella Ferraro e l’architetto Nino Principato.

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