il 31 marzo, in pieno giorno. Una dinamica che rimanda direttamente ai nostrani anni ’70, con tutto quel che ne consegue in termini di accerchiamento istituzionale, agibilità politica, libertà d’espressione ed incolumità fisica di un partito politico certamente non “simpatico” ai più che si definisce orientamento di orientamento nazionalista, metaxista ed euroscettico e che fieramente resta, creando consensi, in piedi mentre tutto intorno a lui crolla.
Non raccogliamo agenzie di stampa ma riportiamo qunto scritto da Irène Dimopoulou, dalla Direzione di Alba Dorata nell’articolo apparso sul numero 194 (1-4-2017) del settimanale Empros di cui è direttrice.
Sull’attacco alla sede di Alba Dorata
Il 31 marzo, anniversario dell’attacco dei comunisti alla gendarmeria della città di Litohoro che diede il via alla guerra civile, è la data scelta dal regime della cleptocrazia per l’assalto ai locali della sede centrale di Alba Dorata.
Rammentiamo che l’attacco che diede luogo alla cosiddetta guerra civile, o meglio all’insurrezione comunista, si produsse il 31 marzo 1946, allorché le prime elezioni del dopoguerra dovevano essere celebrate. Nove gendarmi e due soldati furono assassinati,
Durante l’attacco di ieri, 31 marzo 201, da parte dell’orda mascherata e coperta da caschi contro gli uffici di Alba Dorata, non ci sono state vittime umane. Ma sappiamo dall’assassinio a sangue freddo di due giovani di Alba Dorata, Giorgios Foundoulis e Manolis Capelonis, il 1 novembre 2013, che i paramilitari di sinistra non hanno scrupoli. Ieri il loro odio anti-ellenico si è riversato contro i libri sulla Grecia, libri che ravvivano lo spirito e raddrizzano la volontà del nostro popolo di sopravvivere, di creare, libri che ispirano la restaurazione della società e la resurrezione della patria.
Nessuno è stato arrestato dalla polizia, eternamente assente quando hanno luogo attacchi contro Alba Dorata. Alcuni “giovani” sono stati fermati ma liberati subito dopo. L’Imam della città di Xanthi che questa settimana era stato scoperto in possesso di armi nascoste – e ci si chiede perché mai – è stato liberato. L’abate del monastero Esfigemonou sul Monte Athos è stato invece condannato a 20 anni di prigione per avere incitato all’uso dei bottiglie molotov durante gli scontri di piazza. Questo è il concetto dell’interesse nazionale da parte del sistema pretoriano.
La verità è che Syriza sta crollando. Dovrà firmare un nuovo “memorandum” di misure pesanti e mortifere. Ha tutti i motivi per distrarre la gente e per dirigere il paese verso una guerra civile, utilizzando, come aveva fatto prima l’esponente della destra capitalista Samaras, la teoria degli opposti estremismi impegnati tra di loro per regolare in conti. I Gran Maestri hanno ben insegnato loro la lezione.
Tuttavia servono due parti per dar vita a una guerra civile.
Nel novembre 2013, detenuto nella prigione di Korydallos, il capo di Alba Dorata, Nikis Michaloliakos, con i suoi colleghi deputati, anch’essi detenuti, Yiannis Lagos e Christos Pappas, ha preso una decisione. I difensori dei Greci e della Grecia hanno impedito la rappresaglia alla quale avrebbero avuto tutte le ragioni di esortare i combattenti. Centinaia di migliaia di Greci votarono poi per Alba Dorata, avendo perfettamente compreso a quale mafia politica ed economica essa aveva dovuto fare fronte. Una mafia politica che per decenni ha fatto della Grecia la sua preda, aspirandone la volontà fino al midollo, e che non esita ad imprigionare e perfino ad uccidere i suoi avversari politici mentre il suo regime totalitario, che rifiuta ad Alba Dorata il diritto di parola nei Media, e si presenta eufemisticamente come democratico, si sente minacciato dalle forze sane della nazione. Ma il fluire del fiume non conosce marce indietro!
Il nuovo attacco ad opera dei paramiliatri di sinistra in un giorno simbolico, sotto il silenzio colpevole della Destra Capitalista, è un’indicazione dell’intenzione di Syriza di ravvivare gli odi e di scatenare una nuova guerra civile, al fine di uscire dall’impasse.
Alba Dorata mantiene il sangue freddo. Essa ha lo sguardo fisso all’obiettivo, che è la liberazione della nostra patria e del nostro popolo e non certo qualche stravaganza a raggio corto.
Ora, anti-greci detti anti-fa, quale che sia la legittimità che vi viene fornita, non lasciatevi ingannare. Il popolo greco è profondamente nazionalista. Esso riconosce chi ha il potere politico e chi invece la volontà ed ha provato di non avere paura di fare fronte ai predatori ed oppressori, greci e stranieri.
Il terrorismo che cercate d’imporre riceverà una risposta appropriata. Il fiume del Nazionalismo, il fiume della Giustizia e della Grecia, impersonato nella coerente lotta politica e ideologica di Alba Dorata, vi condurrà alla perdizione.
E l’acqua, come il piatto della vendetta, è fredda….
traduzione tratta da http://www.noreporter.org
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