
È una vittoria schiacciante quella dell’ex premier Matteo Renzi al congresso siciliano del Partito democratico.
Una vittoria che va oltre le più rosee previsioni, un 72% che oltre ad essere un consistente numero di voti, diventa e disegna schieramenti elettorali in vista delle prossime scadenze e qui , a Messina, si da per certa la candidatura del rettore, Pietro Navarra nelle fila del Partito democratico,- area Renzi -.
Le cifre disegnano intanto questo quadro: Andrea Orlando, ministro della Giustizia prima con Renzi e ora nel governo Gentiloni, è a quota 22,3 per cento, mentre il governatore della Puglia, Michele Emiliano, con un risicato 5,3 per cento supera di poco la quota dello sbarramento.
Erano 24mila gli iscritti e a questi conteggi mancano ancor i risultati di Enna e Messina dove fioccano, invece di risultati, le polemiche che partono prendendo spunto dalla denuncia per i voti non scrutinati a Sant’Agata Militello, sferrata prima sui social-media e poi sui media da Francesco Natoli.
Uno sfogo duro, con nomi e cognomi, che ha avuto come immediato effetto la reazione piccata di Giuseppe Antoci, presidente del parco dei nebrodi, che rivolgendosi al dirigente pidiessino di Brolo ha puntualizzato:“Prima di coinvolgere le persone dovrebbe almeno curare con attenzione un valore che è quello della conoscenza e facendolo avrebbe scoperto che ho scritto un’apposita lettera al partito nazionale proprio perché non mi è piaciuta la modalità utilizzata per il tesseramento” aggiungendo anche:“Penso che ciò possa bastare per consentirle di prendersi il tempo che ritiene per scusarsi più che del merito di quello che ha scritto soprattutto del metodo che sembra più orientato a screditare che a commentare” […].
E la replica di Natoli non si fa attendere, anche se prima il dirigente pidiessino aveva collezionato like e difese d’ufficio pesanti come quella del’ex assessora alla Formazione, Nelli Scilabra: “Se oggi interviene (riferendosi a Ciccio Natoli, scrive rivolgendosi a Antoci) con rabbia è perché da sempre si è impegnato per il partito democratico e purtroppo molto spesso ha ricevuto solo prese in giro.
E’ chiaro che non tutto avviene in modo limpido e lineare nelle stanza del partito, lo sappiamo entrambi e lo sa anche Francesco.
I giovani oggi più che mai avrebbero bisogno di buoni esempi, di buona politica, perché non ci si può più permettere questa continua “grande fuga”, questa apatia che sfocia solo nella non politica, prassi che sicuramente non farà bene al nostro partito ma soprattuto non fa bene al nostro Paese”.
Natoli è meno diplomatico, più diretto “Caro Dott. Antoci ovviamente mi assumo la responsabilità di quello che scrivo, come sono abituato a fare” – e dopo aver giocato ironicamente di fioretto aggiunge rivolgendosi sempre a Antoci: “Mi piacerebbe sapere cosa ha scritto in questa lettera indirizzata al Partito nazionale in cui (la cito testualmente) “ non le è piaciuta la modalità utilizzata per il tesseramento”.
Mi perdoni e non se la prenda: Lei avrebbe dovuto indignarsi, lei avrebbe dovuto ribellarsi, Lei avrebbe dovuto incazzarsi.
Lei avrebbe dovuto fare il “bordello”.
Proprio in virtù del suo profilo personale e professionale. Lei avrebbe dovuto dimettersi. E avrebbe fatto un figurone.
Magari lo ha già fatto.
E non so nemmeno questo.
Il PD è un partito chiuso e lontano dalla base ed è difficile perfino avere informazioni reali.
I numeri del tesseramento sono una barzelletta politica. E Lei lo sa benissimo.
Sulla legittimità dello stesso lascio ad altri l’incombenza di giudicare, agli organi preposti, rispetto cui non nutro, visti i fatti, grande fiducia” – Concludendo – “E poi l’urna sigillata e lo scrutinio il giorno dopo: abbiamo fatto ridere i polli.
Non succede nemmeno per le elezioni dei capi condominio.
Che vergogna!
Attendo i numeri dello spoglio che spero smentiscano le voci che sono circolate sempre più insistentemente in questi giorni.
Lei ha interpretato in sarcasmo e voglia di screditare una richiesta che invece, le assicuro è un grido di “disperazione politica” di un militante che non ne può più.
La base non ne può più e i dirigenti e gli alti in grado non se ne rendono conto.
E’ il motivo per cui perderemo le elezioni politiche e stra perderemo quelle regionali.
Qualcuno sarà eletto..certo…nei governi a 5 stelle”.
E tornando a dimissioni “pesanti” dobbiamo annoverare quelle di Angela Bottari che proprio a ridosso della fase elettorali ha lasciato la Commissione del Partito Democratico in segno di protesta dopo l’approvazione in blocco dell’anagrafe degli iscritti della provincia di Messina: “Non è ammissibile che le regole siano state cambiate in corso d’opera e tenendoci all’oscuro di tutto”.Un gesto letto in forma anti Laccoto, il deputato regionale brolese.
“A me non interessa quante siano le tessere fatte da tizio – scrive la Bottari – ma non è ammissibile che le regole siano state cambiate in corso d’opera e tenendoci all’oscuro di tutto.
Il circolo di Messina individuato come punto di tesseramento è stato bypassato e successivamente perfino la commissione è stata di fatto ‘commissariata.
L’approvazione in blocco dell’anagrafe da parte della Commissione nazionale per il Congresso e le mancate risposte alle criticità segnalate da quasi tutti i componenti della Commissione, compresi coloro che pure hanno espresso un voto favorevole alla certificazione, mi inducono a rassegnare le mie irrevocabili dimissioni.
D’altra parte – prosegue la Bottari – l’accordo raggiunto, del quale non condivido le modalità, rendono inutile, se non di ostacolo, la mia presenza in una Commissione che, come si evince dalla delibera della Commissione nazionale, è ormai commissariata”.
C’è una brutta aria.
Prova ne è il fatto che ha superato le 1000 visualizzazioni, su facebook, il video appena postato delle denunce contro Lumia e Emiliano fatte pubblicamente da Arnone, in un clima alquanto teso dove le contestazioni si alzavano alta su entrambi i fronti della sala.
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