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A PROPOSITO DI AGNELLINI – Il dialogo tra Clarice e Hannibal Lecter

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“Coraggiosa Clarice… me lo farai sapere quando quegli agnelli smetteranno di gridare, vero? (Hannibal Lecter) [A Clarice Starling]”

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Oggi è la notizia, tra web, satira, politica e comunicazione quella di Silvio Berlusconi, Michela Brambilla, gli agnellini salvati dalla “Tavola” di Pasqua. A noi vengono in mente altri agnelli quelli che rammentava il dottor Hannibal Lecter

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  • Clarice Starling: Era… un grido. Una specie di grido come la voce di un bambino.
    Hannibal Lecter: E che hai fatto?
    Clarice Starling: Sono andata… di sotto, fuori… Mi sono avvicinata furtivamente alla stalla. Avevo tanta paura a guardare dentro, ma dovevo!
    Hannibal Lecter: E che hai visto, Clarice? Che hai visto?
    Clarice Starling: Gli agnelli. Stavano urlando.
    Hannibal Lecter: Stavano macellando gli agnellini?
    Clarice Starling: Urlavano come pazzi.
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    Hannibal Lecter: E sei corsa via?
    Clarice Starling: No. Prima ho tentato di liberarli. Ho aperto il cancello del loro recinto, ma non scappavano, rimanevano lì… confusi, e non scappavano.
    Hannibal Lecter: Ma tu potevi e l’hai fatto, vero?
    Clarice Starling: Sì. Ne presi uno e corsi via il più velocemente possibile.
    Hannibal Lecter: Dove volevi andare, Clarice?
    Clarice Starling: Non lo so, non avevo… non avevo cibo, né acqua, e faceva molto freddo, molto freddo. Pensavo… che potevo salvarne almeno uno, ma… era pesante. Pesante. Riuscii a fare solo qualche miglio, lo sceriffo mi trovò subito. Il proprietario era così in collera che mi mandò a vivere all’orfanotrofio luterano a Bozeman. Non vidi mai più il ranch.
    Hannibal Lecter: Che ne è stato del tuo agnello, Clarice?
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    Clarice Starling: Lo uccisero.
    Hannibal Lecter: Ti svegli ancora qualche volta, vero? Ti svegli al buio e senti il grido di quegli innocenti.
    Clarice Starling: Sì.
    Hannibal Lecter: E pensi che se riuscissi a salvare la povera Catherine, potresti farli smettere, vero? Pensi che se Catherine vive, non ti sveglierai nel buio con quell’orribile grido di quei poveri esseri innocenti.
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    Clarice Starling: Non lo so… Non lo so…
    Hannibal Lecter: Grazie, Clarice. Grazie.
  • Hannibal Lecter [parlando al telefono con Clarice Starling]: Bene, Clarice, gli agnelli hanno smesso di gridare?
    Clarice Starling: Dottor Lecter?
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Ma andiamo a questo capolavoro dello schermo.

“Il silenzio degli innocenti” ha 26 anni. È famoso per la sua locandina, per il modo in cui furono girate alcune scene e soprattutto per Hannibal Lecter: uscì il giorno di San Valentino del 1991: i protagonisti erano Clarice Starling (Jodie Foster) e Hannibal Lecter (Anthony Hopkins).

Il silenzio degli innocenti fu diretto Johathan Demme, e la sceneggiatura fu scritta da Ted Tally adattando un romanzo di Thomas Harris.

Agli Oscar del 1992 Il silenzio degli innocenti vinse cinque premi: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore attrice protagonista e miglior sceneggiatura non originale.

Nella storia del cinema solo altri due film sono riusciti a vincere questi cinque premi: Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Il silenzio degli innocenti è considerato un classico e uno dei miglior thriller della storia del cinema, anche perché è rimasto nella cultura popolare e ha condizionato il modo in cui sono fatti i film. La trama è piuttosto semplice: Starling è una recluta dell’FBI che per indagare su uno spietato serial killer (Buffalo Bill) viene mandata a parlare con un altro serial killer (Lecter) che è in prigione da alcuni anni. L’FBI pensa che Lecter – che oltre a essere uno spietato cannibale è anche un intelligentissimo psichiatra – possa dare informazioni utili per trovare Buffalo Bill. L’FBI manda Starling perché in quel momento non c’è altra soluzione: Lecter si è rifiutato di parlare con ogni altro agente scelto in precedenza.

Starling e Lecter sviluppano un certo tipo d’intesa e piano piano Lecter inizia ad aiutare Starling. Lecter vuole però che Sterling gli parli di lei e gli racconti i suoi problemi, i suoi ricordi e i suoi incubi. I loro incontri diventano delle specie di sedute di psicanalisi in cui, per esempio, Sterling racconta di quando da piccola vide degli agnelli (“lambs”, in inglese) mandati al macello. Il ricordo la tormenta e dà il titolo al film. Grazie al contributo di Lecter, Sterling riesce a trovare Buffalo Bill, ucciderlo e salvare quella che stava per diventare la sua nuova vittima. Nel frattempo Lecter riesce a scappare e alla fine del film telefona a Sterling e le chiede se “gli agnelli hanno smesso di gridare”, cioè se sono in silenzio. Lei non risponde.

La prima e più importante cosa per cui è quasi impossibile non conoscere Il silenzio degli innocenti è Hannibal Lecter. Hopkins è uno degli attori meno protagonisti ad aver vinto un Oscar come miglior attore protagonista: Il silenzio degli innocenti dura quasi due ore e Lecter compare sullo schermo per poco più di 15 minuti.

Le scene in cui Sterling e Lecter si parlano sono in tutto quattro ma sono anche tra i momenti più noti del film.

Ci sono vari motivi per cui queste scene sono venute così bene: la bravura degli attori e di chi ha scritto i loro dialoghi, per prima cosa.

Alcuni critici di cinema hanno spiegato che c’è stata molta attenzione anche ad alcuni dettagli che magari non si notano alla prima visione ma che sono importantissimi. Uno riguarda Lecter: non sbatte praticamente mai le palpebre e la cosa contribuisce a renderlo cattivo e inquietante.

Un altro, più sottile, è stato spiegato in un breve video dal critico di cinema Tony Zhou: i dialoghi tra Lecter e Sterling sono sempre delle sfide: il modo in cui i personaggi sono inquadrati e quello con cui la telecamera si sposta fanno sempre in modo che nella scena ci sia un vincitore. Nella prima delle quattro volte in cui Sterling e Lecter si parlano a vincere è per esempio Lecter.

Ancora prima che per le sue scene, il silenzio degli innocenti è noto per la sua locandina. Mostra una falena nota come “sfinge testa di morto” sulla bocca di Sterling. La falena – che ha a che fare con la trama del film – ha questo nome perché sul dorso ha un disegno che ricorda quello di un teschio. Guardando con attenzione la sfinge testa di morto della locandina, si vede però che il teschio è composto dall’unione di sette corpi di donne nude: è un omaggio a un disegno fatto dal pittore Salvador Dalì negli anni Cinquanta.
Oltre che essere famoso, recensito in modo superlativo e molto apprezzato dal pubblico, Il silenzio degli innocenti è anche uno dei film più importanti per chi studia cinema. Per esempio si studia quello che succede a pochi minuti dalla fine del film, quando la squadra dell’FBI che indaga su Buffalo Bill pensa di averlo trovato e va verso quella che crede essere casa sua. Nel frattempo Sterling sta seguendo una traccia diversa e va in un’altra casa. Le scene con le quali si scopre che ad avere ragione è Sterling sono un ottimo esempio di quello che viene definito “cross-cutting” o “parallel editing”, la tecnica che gioca con le aspettative del pubblico e con le sue abitudini cinematografiche: montando una scena dopo l’altra si fa credere che le scene siano collegate mentre in realtà non lo sono. Guardando le scene qui sotto ci
aspetteremo che Buffalo Bill stia per aprire la porta alla squadra dell’FBI, mentre invece la apre a Sterling.

Tra le cose che dopo 25 anni ancora si ricordano del Silenzio degli Innocenti c’è senza dubbio l’ultima scena, quella in cui Lecter telefona a Sterling e la saluta dicendo: «Ho un amico per cena». “L’amico” in questione – che più che ospite della cena sta per diventare il “piatto forte” – è il direttore del carcere di massima sicurezza in cui Lecter era rinchiuso.

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