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MALATI DI TECNOLOGIA – C’è chi non esce più di casa

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viciad-300x199L’allarme dell’ Associazione genitori antidroga: Relazioni annullate, così salgono i rischi di passare all’alcol e agli stupefacenti. Il presidente Coppola: «Molti giovani esprimono buone capacità relazionali nel virtuale. Sono però incapace di creare legami veri.
Smartphone, tablet, pc e social network: strumenti indispensabili del cittadino 2.0 che però divorano il tempo libero sostituendo le relazioni sociali autentiche. Soprattutto nei più giovani può nascere una dipendenza tecnologica che rischia poi di aprire la strada ad altre dipendenze, come alcol e stupefacenti. A lanciare l’allarme è l’Aga, l’Associazione genitori antidroga, che da 30 anni gestisce una comunità di recupero a Pontirolo da 7 ha aperto lo Smi, il servizio multidisciplinare integrato, proprio per affrontare le dipendenze.
Un servizio a cui si sono rivolti, negli ultimi 12 mesi, circa 700 utenti, di cui 300 con meno di 21 anni. «Il 60% di questi ragazzi — chiarisce Enrico Coppola, presidente di Aga — ha dimostrato una qualche forma di tecno dipendenza, preferisce interagire attraverso il telefonino e i social network. È un risultato preoccupante. Più un ragazzo prova disagio in un contesto relazionale, più si rifugia nel cellulare: si crea un atteggiamento di fuga dalle relazioni reali. Attraverso il cellulare le sue comunicazioni sono senza censure e disinibite, perché manca la fisicità dei rapporti: il corpo che esprime fisicamente le emozioni è sostituito dalle loro fotografie che possono essere ritoccate e quant’altro. Molti giovani sviluppano buone capacità relazionali nel virtuale. Sono però poi incapaci di creare relazioni “offline”».
La conseguenza di questa incapacità è il ritiro sociale: l’ultimo caso preso in carico dallo Smi è quello di un adolescente di 16 anni di Treviglio che ha iniziato a non voler andare più a scuola e uscire da casa. «Preferiva il suo mondo virtuale — chiarisce ancora Coppola —. È un caso limite, ma, con situazioni meno accentuate, non è così raro». Bambini-malati-di-tecnolocia
A destare preoccupazione, secondo l’esperienza dell’Aga, c’è poi l’associazione tra tecno dipendenza e il ricorso a sostanze stupefacenti e alcol .
Tra i ragazzi c’è un utilizzo abnorme di questi apparecchi tecnologici. Non sempre sfocia in una vera dipendenza, ma quest’accesso facile e incontrollato a Internet finisce però per predisporre anche agli aspetti negativi della rete. Da un lato assorbe e sostituisce relazioni, dall’altro porta ad avere un accesso semplice a pornografia o a siti di scommesse. Si crea un terreno fertile in cui le fragilità si possono palesare. E diminuendo le capacità di interagire cresce il rischio di ricorrere all’alcol o ad altre sostanze».
«Occorre attenzione ai segnali di una possibile dipendenza da tecnologia — aggiunge Coppola — a partire dal bisogno sempre maggiore di trascorrere tempo collegato online e dalla perdita di altri interessi». Corti richiama alle loro responsabilità i genitori: «Serve grande attenzione da parte della famiglia. Con i bambini bisogna evitare di “normalizzare” i comportamenti che, più avanti nell’età, possono far nascere questi abusi». Più duro Coppola: «Se si utilizza per anni il televisore come un baby sitter, non ci si deve stupire che poi ragazzi non comunichino».

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