Per molti è stato un atto dovuto, una misura sospensiva e non cautelativa, quella della sospensione del comandate della caserma brolese, che potrebbe essere il preludio al tusmani che dovrebbe abbattersi nell’area nebroidea dopo la conclusione delle indagini sul così detto caso delle truffe Inps.
L’azzeramento dei vertici della caserma dei carabinieri a Brolo, di certo è notizia di quelle che destano sensazione, clamore, che lasciano attoniti. Difficile crederci anche perchè si parla di favoreggiamento, rivelazioni di segreti d’ufficio, ma la posizione del comandate della stazione dei carabinieri di Brolo – Tindaro Chiofalo – è tutta ancora da definire in attesa del giudizio del Tribunale del Riesame di Messina dove il graduato, difeso dall’avvocato Andrea Pruiti Ciarello avrà l’opportunità di chiarire gli addebiti a lui riferiti.
Ma per questo si dovrà ancora attendere qualche giorno, si parla di settimane, visti i tempi di notifica, fine agosto e le procedure per questo genere di imputazione, e ci si chiede a chi sarà servita anche la diffusione della notizia fatta trapelare nelle ultime 48ore dopo parecchi giorni dalla presa del provvedimento.
Per gli avvocati, sempre molto attenti, potrebbe essere il preludio dell’avvio di notifica dei provvedimenti a seguito della chiusura delle indagini sul caso delle cosiddette truffe all’Inps sui Nebrodi.
Un’indagine lunga e complessa per la quale nei mesi scorsi era stato chiesto un supplemento istruttorio vista la mole dei fascicoli aperti.
Tornando a Chiofalo, sembra – ma la notizia è da verificare – che con lui sia indagata un’altra persona – mentre si parla di intercettazioni ambientali -.
Avrebbero fatto pervenire alle persone coinvolte nell’inchiesta, notizie sull’andamento degli accertamenti.
Tornando alle indagini, tra gli indagati figurano professionisti, legali, tecnici, medici ma potrebbero esserci anche togati, anche se su questo punto, lo stesso Tribunale pattese ha smentito categoricamente l’addebito quando si parlò di un coinvolgimento, su un ramo dell’inchiesta, di un’altra Procura.
L’indagine, di certo, va avanti da almeno due anni.
I primi accertamenti avvennero, dopo il copioso sequestro di atti direttamente presso la sezione lavoro e previdenza del Tribunale pattese, sembrano siano scattati a seguito di una serie di esposti anonimi, – anche se i corvi vengono individuati – illazioni tra le malelingue dei cronisti – tra gli stessi avvocati, che non si vedevano assegnate le pratiche del settore previdenziale.
Il Pubblico Ministero Rosanna Casabona, in stretta sintonia con il Procuratore Capo Rosa Raffa aveva tempo fa siglato l’avviso di proroga delle indagini preliminari, questo aveva fato scoperchiare il coperchio di questo vaso di Pandora.
Tra gli “informati” – nomi eccellenti – e tra questi anche quelli degli avvocati Anna Ricciardi e Carmelina Amata, rispettivamente di Brolo e di Sant’Agata Militello.
Poi arrivarono i sequestri (oggi parte di questo materiale è stato restituito) e le perquisizioni anche in studi di noti professionisti della zona nebroidea, tra questi quello nello studio del medico Franco Piscitello, brolese d’adozione ma in effetti di Sant’Angelo di Brolo, che spesso aveva vestito il ruolo di consulente d’ufficio del tribunale.
Tutto servì a tracciare i profili del “sistema” – corsie preferenziali, pratiche veloci, perizie di favore – ai danni dell’Inps, dove farebbero capolino false perizie, in merito a cause per il riconoscimento di invalidità, malattie di servizio e indennità di accompagnamento, e che hanno creato un danno milionario all’Agenzia che dicono ora gli addetti ai lavori ha già avviato le pratiche per richiedere quanto ingiustamente versato e definito nuovi controlli su decine e decine di pratiche risultanti dubbie.
Viene fuori un“protocollo” complesso di coperture, amicizie, favori, e oggi potrebbero “tremare” anche pedine compromesse della struttura amministrativa dell’ente di previdenza per omessi controlli.
Poi arrivarono le dimissioni della carica politica di Anna Ricciardi che ricopriva quella di vicepresidente del consiglio comunale a Brolo.
Un atto dovuto, opportunamente valutato, per evitar coinvolgimenti politici o strumentalizzazioni – fino a quando non sarà chiarita la sua pozione in seno alle indagini – , mentre si parla di oltre 200 persone interessate direttamente o coinvolte.
E qui si apre un’altro aspetto della vicenda.
Quella sociale.
Infatti nell’economia locale queste previdenza – giustamente o ingiustamente percepite – creano reddito, e una volta interrotto questo flusso di denaro, come i bilanci familiari che su questi si reggono, anche l’economia potrebbe subire un tracollo.
L’ennesimo.
Dobbiamo anche dare atto delle smentite e delle puntualizzazione che nel tempo si sono susseguite come quella dell’avvocato Amato che da subito prese le distanze da quella macelleria mediatica puntualizzato la sua situazione con una nota diramata dal suo legale di fiducia, l’avvocato brolese Carmelo Occhiuto, nella quale, di fatto, alzò il velo, anzi lo squarciò, sulla vicenda mettendosi a disposizione degli inquirenti, sottolineando la sua assoluta estraneità ai fatti, anzi dichiarandosi parte offesa “di un sistema che l’ha penalizzata negli anni proprio per essersi sempre mantenuta fuori da tali giochi”.
“In ventiquattro anni di onesto lavoro – scrisse nella nota che sotto riportiamo integralmente – ho sempre denunciato e contestato gli abusi che si verificavano nella sezione lavoro e previdenziale del Tribunale di Patti” ribadendo di “non aver mai interloquito, frequentato e assecondato periti d’ufficio accusati di pilotare le consulenze”, definendosi anzi parte offesa di un sistema che l’ha penalizzata negli anni proprio per essersi sempre mantenuta fuori da tali giochi.
Ovviamente la redazione resta disponibile a pubblicare note, rettifiche, puntualizzazioni e quant’altro le “parti” vogliano farci pervenire – redazione@scomunicando.it –
Ch.mo Direttore,
in merito all’articolo pubblicato oggi a pagina 36 della Gazzetta del Sud, “Truffe all’INPS, si indaga su due avvocatesse”, ci tengo a precisare che, seppur raggiunta da un’informazione di garanzia con proroga di indagini, l’esponente è totalmente estranea al malaffare sul quale sta indagando la Procura di Patti.
Ho subito interloquito con il PM titolare delle indagini alla quale ho rappresentato che, in ventiquattro anni di onesto lavoro, ho sempre denunciato e contestato, gli abusi che si verificavano nella sezione lavoro e previdenziale del Tribunale di Patti.
Mi sono subito dichiarata disponibile con il pubblico ministero, titolare del fascicolo, a collaborare per chiarire ogni aspetto della vicenda ove l’esponente è, semmai, parte offesa, non avendo mai interloquito, frequentato e assecondato periti d’ufficio accusati di pilotare le consulenze in violazione del mandato ricevuto.
Non è possibile accostare il nome dell’Avv. Carmela Teresa Amata a coloro che hanno posto il malaffare come regola della loro professione.
Certo che vorrà pubblicare la presente nota a tutela della mia onorabilità e correttezza, ribadisco la mia totale estraneità a fatti illeciti di qualsivoglia natura e auspico che l’inchiesta si concluda velocemente acclarando la mia assoluta estraneità ai fatti.
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