IL LIBRO DI PRESENTATO ALLA “RITA ATRIA” DI BROLO Venerdì 12 maggio.
Ogni vittima innocente delle mafie è stata per la sua
famiglia, i suoi cari, la sua cerchia di affetti una perdi-
ta incolmabile. A maggior ragione se alla perdita si è
aggiunto – come è accaduto spesso – il vuoto di verità
e giustizia, o persino la calunnia e la diffamazione a
danno della vittima.
Mi riferisco a quelle vicende in cui non solo l’omici-
dio è rimasto impunito, ma è stato attribuito a una pre-
sunta seconda vita della persona, a un suo frequentare
mondi e situazioni distanti dal ruolo svolto in pubblico.
Rischiò di essere vittima di questa macchinazione
don Peppe Diana, del quale qualcuno scrisse, a cada-
vere ancora caldo, che era stato ucciso per una “storia
di donne”, salvo essere smascherato per uno al soldo
della stessa camorra che aveva assassinato don Peppe.
Ma penso anche a quelle vicende in cui un omicidio
viene fatto passare, con fretta sospetta, come un suici-
dio, una conseguenza delle fragilità e delle debolezze
della vittima.
È il rischio che tuttora incombe su Attilio Manca, di
cui questo libro racconta la vicenda.
Non si può non restare sbalorditi di fronte alla me-
ticolosa ricostruzione che ne fa Lorenzo Baldo. L’au-
tore riporta e analizza una grande quantità di docu
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