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OCCHIUTO & RICCIARDELLO – A Brolo, tra “Pugno di ferro in guanto di velluto”, si vive un venerdì di Passione dove ci si mettono anche i “Morti”

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venerdì di apssione della politica brolese

Un Venerdì Santo, di passione per la politica locale. Al dialogo, da lontano tra l’avvocato Caremelo Occhiuto che in un suo post non fa sconti a nessuno “Ogni paese si merita il sindaco che ha eletto” e la replica di Nuccio Ricciardelllo (Cambiamenti) chiamato in ballo dallo stesso avvocato “No caro Nuccio non ci sto. Io non voglio nè Laccoto, nè Germanà. E purtroppo non è ancora maturato nulla all’orizzonte”, ma oggi la cronaca locale racconta anche della controreplica di Pippo Condipodero, corrispondente della Gazzetta del Sud, al sindaco Irene Ricciardello, avente quale casus belli il cimitero, tra furti e loculi venduti, e le conseguenziali repliche, al vetriolo, di chi si sente toccato della vicenda. Una escalation quest’ultima, amara, ma messa in conto, perchè coinvolge sentimenti e intime emozioni… il lutto.

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Noi senza aggiungere altro pubblichiamo i quattro commenti.

Carmelo Occhiuto, Nuccio Ricciardello, Salvatore Gentile e Gaetano Scaffidi Lallaro e di seguito i link degli articoli che parlano di repliche e controrepliche sul cimitero.

……………….

 

Carmelo Occhiuto, penalista brolese già ex candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative, ha affidato ad un post facebook le sue riflessioni sulla situazione politica di Brolo.

Lo fa dopo le ultime vicende riguardanti l’operazione Dama Nera.

Lo fa, anche se dice sorridendo il contrario cioè che non si occupa più della politica locale, consapevole che avrebbe sollevato un autentico vespaio.

Lo fa alla sua maniera, irruentemente.

Lo fa senza peli sulla lingua anche nei confronti dei gruppi e dei movimenti politici locali oggi compatti a chiedere le dimissioni del primo cittadino.

“Premetto che non è mia intenzione interessarmi più di politica a Brolo – scrive – ma in questa occasione vorrei esprimere la mia opinione su quanto accaduto e quanto sta accadendo a Brolo in seguito al velo che si è squarciato sugli appalti dell’Anas.

Oserei dire che ogni paese ed ogni cittadino si meritano il sindaco e l’amministrazione che hanno eletto ed evidentemente Brolo si merita Irene Ricciardello e la sua maggioranza. Nel bene (leggasi posti di lavoro in tempo di crisi) e nel male (leggasi fuggi fuggi generale).

Ed allora mi domando, – è sempre l’avvocato Occhiuto a scrivere – perché sbraitare tanto?

Dobbiamo pretendere le dimissioni di Irene, mi permetto di chiamarla con il solo prenome per un affetto personale nella sua e solo sua persona, così si torna a votare e consentire a Laccoto di tornare al comune e ripresentare il c.d. Metodo Laccoto di triste memoria?”

Ma mai domo Occhiuto affonda il colpo “No caro Nuccio non ci sto. Io non voglio nè Laccoto, nè Germanà. E purtroppo non è ancora maturato nulla all’orizzonte. Bisogna ancora aspettare. Comunque questa è solo la mia umile opinione”.

Una vera e propria dichiarazione di guerra. In una sorta di solo contro tutti, anche se Occhiuto dice , anche se non lo scrive, altro e dipinge – forse da un osservatorio privilegiato – sena farne mistero uno scenario futuro per Brolo fosco sotto mille profili. e in quel “ancora il peggio deve arrivare” ci sta un mondo.

La replica di Nuccio Ricciardello è immediata. 

Ma è anche ragionata.

Puntualizza, precisa, ma allarga il suo orizzonte, ed è qui vien fuori il guanto di velluto, su futuri aperture unitarie. Anche se forse non indirizzate all’avvocato.

Ecco quello che dice Ricciardello, oggi protagonista del dibattito politico portato avanti da “Cambiamento”

Caro Carmelo,

certamente parli con chi nella trascorsa campagna elettorale non militava tra le compagini che facevano riferimento alla deputazione locale.

Perché tanto “rumore”?

Forse per lo stesso motivo che sottendeva ad un tuo commento in cui parlavi di “tanto buonismo”, mentre elencavi una serie di fatti riguardanti questo sindaco e la sua amministrazione.

E’ possibile come dici tu che all’orizzonte non s’intraveda ancora nessuna nuova direzione ma sicuramente questo non può e non deve far tacere sul presente, del resto come diceva qualcuno “del doman non v’è certezza”.

Se vuoi poi un mio parere anche per questo “domani”, è oggi che tutti insieme, arretrando di qualche passo, si deve costruire per dare a questo paese finalmente un’amministrazione di salute pubblica, a questo tutte le forze in campo devono oggi lavorare e non necessariamente finalizzandola a partecipazioni personali”.

Certamente sarebbe stato questo l’argomento politico del giorno. Ma non è avvenuto.

Come i morti in Catalogna della “gita” dell’Erasmus, soppiantati in poche ore dalle prime pagine dei media dagli attentati di Bruxelles, anche qui – a Brolo – altro c’è stato.

Pippo Condipodero ha controreplicato al sindaco.

Lei, Irene Ricciardello, aveva obiettato, scrivendo anche al direttore della Gazzetta del Sud, sul tenore e sui contenuti di un articolo del corrispondente locale sulla situazione del cimitero brolese.

Ora lo stesso giornalista replica  – edera attesa la sua esternazione – , e allarga – dopo aver rivendicato quanto aveva affermato – il contesto del suo dire anche su due rappresentanti dell’amministrazione rei di aver avuto “favoritismi”- presenti e passati – in tema di sepolture.

Un argomento delicato. Qui non si parla nè di speculazioni edilizie, nè di abusivismi, e anche se Condipondero punta l’indice su iter amministrativi, al centro si pongono affetti, dolori e lutti.

Argomenti, che toccano l’intimo, il familiare, il rispetto della persona, ma pare che a Brolo, ormai da anni si sia perduto il senso della misura.

Oggi si raccolgono i cocci. Anche di un imbarbarimento del linguaggio. E nessuno forse se ne dovrebbe stupire.

Ma andiamo alle repliche.

La prima è quella di Scaffidi, il vicesindaco.

Lui, come Occhiuto è diretto, senza freni e commenta in maniera spiccia scrivendo direttamente un post sulla nostra pagina di facebook sotto la replica di Condipodero:

“Non pensavo che l’odio personale e politico potesse portare a tali bassezze umane.

Ma evidentemente mi sbagliavo.

Nonostante questo auguro al professore Condipodero di trascorrere una santa e serena Pasqua accanto… ai suoi cari congiunti.

Quasi un’anatema.

Mentre Salvatore Gentile si affida alle parole della “Livella” – ne usa le ultime strofe –  per raccontare uno stato d’animo ancora ferito, ma anche per parlare di una necessaria “resurrezione” del paese.

Eccone i contenuti.

“Tu qua’ Natale…Pasca e Ppifania!!!
T”o vvuo’ mettere ‘ncapo…’int’a cervella
che staje malato ancora e’ fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella.

‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti…nun fa”o restivo,
suppuorteme vicino-che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”

 Poi l’architetto brolese, che è anche consigliere comunale di maggioranza, aggiunge – lui che scrive poco o mai su Facebook di politica e quasi giustificandosi  scrive – “qui toccano la mia famiglia, il dolore della mia famiglia ed è uno sfogo non razionalizzato” e premette vorrei evitare ulteriori strumentalizzazioni politiche di sciacallaggio, ma quello che dico andava detto, per un rispetto di tutti.
È veramente ignobile mettere i vivi contro i morti e i morti contro i vivi.
Non mettiamo la politica dentro il dolore delle famiglie che hanno aspettato mesi le salme dei loro cari in un deposito ed in situazioni di emergenza, ed hanno trovato un modo per poterli piangere.
L’ufficio tecnico dove ha potuto ha trovato soluzioni di sopraelevazione di alcune tombe ed ottimizzato spazi per dare modo di fare l’unica cosa che non si sarebbe “mai” voluto fare, vedere il sorriso della propria moglie, della propria madre, della propria sorella, in una foto su una fredda lapide.
Chiedo scusa per queste mie parole scomposte, piene di dolore, piene di affetto per quelle persone che sono in vita e che piangono i loro morti.
Chiedo scusa a tutte quelle persone che in questi giorni di festa sentono la mancanza dei loro cari.
Lui chiede scusa anche addentrandosi nelle emozioni della sua famiglia a chi viene coinvolto in quelle che definisce “polemiche da sciacalli” – e continuando formula gli “Auguri di una buona Pasqua di resurrezione. Di vera resurrezione per le nostre anime, dei nostri valori, se siete credenti. Ma credenti veri”.
Forse sono le gisute parole per chiudere un venerdì di passione della poltica brolese, quello del 2016.
E ora tutti alla Via Crucis, in attesa della Pasqua.
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IRENE RICCIARDELLO – NESSUN FURTO AL CIMITERO DI BROLO

 

PIPPO CONDIPODERO – “Nessuna accozzaglia di notizie, solo la verità”

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